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Caselli, "Ancora bloccata la riforma dei reati alimentari"

Caselli, "Ancora bloccata la riforma dei reati alimentari"

"La normativa vigente è inefficace e il quadro sanzionatorio molto debole. È disordinata per la stratificazione delle fonti ed è vecchia e obsoleta. Oltre a non frenare l'illecito, permette un atteggiamento criminogeno". Inizia così l'intervento di Gian Carlo Caselli nel panel dedicato ai reati alimentari alla quarta edizione del Festival Internazionale del Giornalismo Alimentare. Il Presidente del Comitato Scientifico sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare prosegue dichiarando che è necessario aggiornare un sistema normativo distribuito tra codice penale, legge speciale 283 del 62 e disposizioni europee. "Nella passata legislatura il ministro Orlando aveva istituito la commissione chiamando me a presiederla insieme a magistrati, forze dell'ordine, professori e avvocati che lavorando ha consegnato al ministro un progetto di 49 articoli nel settembre 2015. Il progetto non è mai stato approvato perché portato al consiglio dei ministri il giorno dopo lo scioglimento del governo. Oggi si dovrebbe ricominciare da capo. Alcuni parlamentari hanno ripreso il disegno di legge: speriamo che questa volta sia realizzabile".

A Maurizio Tropeano della Stampa, che gli domanda perché questa legge è così difficile da scrivere e chi sono i soggetti che la bloccano, Caselli risponde che ci sono molte resistenze. "Alcuni sostengono un modello di sviluppo orientato al bene comune; altri, invece, favoriscono le resistenze corporative. Se una riforma valida dovesse tardare ancora, a farne le spese sarebbero i consumatori. Chi non vuole la legge sostiene che troppe regole inceppano la libera diffusione dell'economia ma favoriscono, di fatto, l'avidità di guadagni senza scrupoli. Le norme più osteggiate sono quelle che si collocano in ambito processuale, che vuole agevolare la verità. È necessario ampliare le intercettazioni telefoniche, anche nelle ipotesi di importazioni, esportazioni, preparazione, produzione, distribuzione o vendita di alimenti non sicuri per la salute. Ci vuole una nuova disciplina per prelievi e campionamenti a sorpresa, e esami tecnici più incisivi come l'esame del Dna. Con questo accertamento le contraffazioni sarebbero più identificabili e il consumatore tutelato".

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