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Informare sul cibo nell’era della globalizzazione

Informare sul cibo nell’era della globalizzazione

“Fiducia nella scienza per un cibo sicuro” è il motto di EFSA, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, impegnata quotidianamente attraverso 10 gruppi scientifici a coordinare gli scienziati che lavorano per rendere la catena alimentare sicura e a dare indicazioni alla politica per legiferare.

“It’s not food if it’s not safe”:  è il motto che Barbara Gallani, Direttrice della comunicazione EFSA intervenuta a Torino durante il Festival del Giornalismo Alimentare, ha scelto per raccontare l’impegno di EFSA nel garantire la sicurezza degli alimenti che portiamo sulle nostre tavole. La scienza dell’alimentazione è infatti molto complessa, e il contributo degli scienziati affinchè le informazioni che circolano siano accurate è fondamentale.  “Ci troviamo di fronte a sfide globali, come il cambiamento climatico, che hanno un impatto importante anche sul cibo. Nella pesca, ad esempio, bastano piccoli incrementi di temperatura per cambiare la catena alimentare nei mari e negli oceani e vedere comparire tossine e parassiti che non erano presenti fino a qualche anno fa.”  Il lavoro dell’EFSA è di studiare, prevenire e  controllare questi fenomeni e di rendere l’informazione sulla  sicurezza alimentare più chiara e più accessibile al pubblico.  

Di salute animale e prevenzione dale malattie trasmissibili da animale a uomo ha parlato Jean Philippe DOP Deputy Director OIE - World Organization for animal health, costituita nel 1924, include 182 nazioni e più di 300 centri che collaborano, tra i quali l’Istituto Zooprofilattico Italiano. Nonostante una sempre maggiore attenzione e attrazione di investimenti per prodotti plant-based, il 75% della popolazione mondiale che vive con meno di 2 USD al giorno (1 miliardo circa), dipende e si ciba di prodotti animali.   

Una migliore gestione delle malattie animali impatta quindi su aspetti economici, nutrizionali e di salute umana, dal momento che il 60% delle malattie infettive che colpiscono l’uomo dipendono dagli animali. Da qui il concetto di one health, ovvero un collegamento unico tra salute animale, umana e del pianeta.  

Le malattie purtroppo non conoscono frontiere, non c’è nessuna zona che sia cosi remota da non poter essere raggiunta e nessun essere umano così disconnesso da essere al riparo dal rischio: un tema di strettissima attualità. Dop cita la regola delle 5 T (trade, travel, transport, tourism, terrorism), che possono contribuire alla diffusione delle malattie a livello globale.

Il principale focus dell’OIE riguarda la creazione di standard internazionali, una completa trasparenza sulla situazione della salute animale a livello globale,  la raccolta e diffusione di informazioni scientifiche e la piena solidarietà tra paesi: “facendo questo promuoviamo la sicurezza alimentare,  con il fine ultimo di garantire ad un numero di persone più ampio possibile un piatto pieno, sicuro e nutriente.”

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