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Maola, "La comunicazione dopo il Covid sarà positività e ottimismo"

Maola, "La comunicazione dopo il Covid sarà positività e ottimismo"

La comunicazione, dopo il Covid, sarà una comunicazione di positività e ottimismo. Sarà un asset ancora più importante per le aziende e sarà incentrata sugli aspetti di responsabilità sociale e sugli skill ambientali. Così la pensa Alessandro Maola, comunicatore, web marketer.

Come stanno comunicando le aziende durante questa pandemia? Come vi chiedono di lavorare i vostri clienti?

«In base alla nostra esperienza, la pandemia ha rafforzato il ruolo della comunicazione delle aziende, trasformandola ancora di più in un asset strategico imprescindibile, uno strumento in grado di rispondere alla crisi concretamente attraverso la gestione della reputazione dell’azienda, ma non solo. La comunicazione delle aziende si è particolarmente concentrata sull’aspetto umano, si sono moltiplicati i progetti indirizzati al benessere e alla tutela dei collaboratori e quindi si è sviluppato un racconto che rimette al centro i collaboratori e la messa in sicurezza degli ambienti di lavoro per contrastare la pandemia.

I nostri clienti ci chiedono, inoltre, di esprimere il loro bisogno di voltare pagina il prima possibile, di ripartire e di continuare a vivere e a crescere e di consolidare gli aspetti che riguardano la responsabilità sociale d’impresa di fronte ad un’emergenza globale».

Dopo la pandemia, come cambierà la comunicazione? Quali canali dovrebbero essere privilegiati e quali quelli che hanno fatto il loro tempo?

«Un evento epocale non può che cambiare le carte in tavola. Alcune strade percorse durante l’emergenza sanitaria non spariranno, al contrario, si consolideranno: penso, ad esempio, alla digitalizzazione di massa che ha raggiunto anche le fasce più anziane della popolazione e che ha cambiato per sempre le modalità d’acquisto del consumatore, o alla tendenza e necessità di concentrare l’attenzione sugli aspetti umani, alla trasparenza e alla sostenibilità, quest’ultima fortemente orientata ad un futuro che si vuole immaginare positivo. Da parte nostra stiamo proponendo a moli nostri clienti proprio questa forte “positività”, questo ottimismo, sia perché ci crediamo, sia perché riteniamo che sia questo di cui hanno bisogno i consumatori. Una bella campagna su cui stiamo lavorando, ad esempio, è tutta centrata sul concetto di “libertà”. Nello specifico quella di poter usufruire per la propria auto del noleggio lungo termine, ma più in generale come “valore” forte, che richiama un desiderio diffuso».

Le aziende svilupperanno i loro canali di comunicazione per comunicare direttamente con i consumatori?

«Sì, questa è certamente una tendenza che già possiamo osservare. È indubbio che saranno privilegiati tutti quei canali in grado di velocizzare la comunicazione, per renderla chiara e fruibile, ma le imprese avranno ancora di più necessità di affidarsi a degli esperti di comunicazione che possano creare questo link tra le aziende e i consumatori. E devo dire che molti imprenditori sembrano aver compreso. La crisi Covid ha creato un po’ più di consapevolezza, non solo dell’importanza della comunicazione e del web marketing, ma anche della necessità di trovare dei partner affidabili. Proprio il food è uno dei settori che sembra essersi un po’ “svegliato”, anche a causa delle crisi dei ristoranti e quindi della distruzione e della produzione. Abbiamo avviato diversi progetti nel settore tra il 2020 e questi primi mesi del 2021».

Quale sarà il rapporto degli uffici stampa con media indipendenti e con i giornalisti e quale sarà il modo più efficace di rapportarsi con loro?

«Il ruolo dell’ufficio stampa è sempre per sua natura in continua evoluzione. Con internet e l’informazione digitale sono da tempo cambiate le relazioni tra i diversi media. Da una comunicazione unidirezionale si è passati ad una comunicazione di condivisione, orizzontale. Cambiano le modalità, ma lo scopo è sempre lo stesso: conseguire le proprie finalità di comunicazione, diffondere il proprio messaggio, accrescere la propria “buona reputazione”. Una tendenza ormai chiara da tempo è quella di poter offrire ai media dei contenuti “cross-mediali”, arricchendo il classico comunicato stampa con link, video e foto, fornendo materiali più ampi, possibilità di approfondimento, preziosi per redazioni con sempre meno giornalisti e che devono fare fronte alla necessaria produzione di grandi quantità di contenuti nuovi. Le media relations devono insomma saper essere dei buoni alleati dei giornalisti e la crescente digitalizzazione aumenterà sia la fatica delle redazioni, sia la necessità da parte dei giornalisti di proposte valide, professionali, affidabili».

Ci dici qualcosa dei vostri progetti, delle vostre offerte innovative di comunicazione?

«Non abbiamo bisogno di effetti speciali. Alla base del nostro lavoro c’è la passione per quello che facciamo e l’esperienza che ci porta ad avere un solo obiettivo: la soddisfazione del cliente. Abbiamo puntato da sempre su un rapporto diretto, forte con ogni cliente, una relazione di vera partnership e spesso di amicizia. Per questo abbiamo clienti che sono con noi da diversi anni. Ciò detto, abbiamo anche molto puntato sull’innovazione, ad esempio con il calcolo bimestrale del ROI delle campagne ed inserendo in tutti i nostri contratti di consulenza una garanzia di risultato. E devo dire che queste scelte ci hanno premiato: nel 2020 abbiamo raddoppiato clienti e fatturato e non è certo stato un anno facile per nessuno. Per il futuro però intendiamo fare di più, attraverso accordi di collaborazione con testate importanti come Adn Kronos, Notizie.it, il Sole 24 Ore, con dei progetti rivolti all’innovazione nella media relations e delle relazioni pubbliche in collaborazione con la Link Campus University. Sempre nel 2021 daremo vita ad alcune iniziative editoriali proprietarie, che permettano ai nostri clienti di aumentare la presenza su alcuni settori specifici. E infine rafforzeremo decisamente lo staff che si occupa del web marketing, su cui abbiamo avuto una forte crescita di richieste e diversi riconoscimenti per la qualità del nostro lavoro ma soprattutto per i risultati concreti che porta».  

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