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Chi ha paura delle biotecnologie?

Se di miti e paure alimentari si è discusso a lungo, durante la mattinata di venerdì 24 febbraio, con l’esperto di cultura massa Peppino Ortoleva, le biotecnologie, e gli Ogm in particolare, sono certo tra gli spauracchi più temuti di questi anni. Affrontare il tema con un approccio scientifico, evitando demonizzazioni e schieramenti radicali, era l’obiettivo del panel moderato da Patrizio Roversi, che di tecnologie genetiche in agricoltura ha discusso con giornalisti e ricercatori, tenendo perfettamente le redini di un dibattito denso e potenzialmente infiammabile. “Biotecnologie verdi non vuol dire solo Ogm - ha precisato subito la professoressa Maria Lodovica Gullino, direttrice di Agroinnova – Oggi le tecniche di biotecnologia hanno svariate potenziali applicazioni in agricoltura, ad esempio per diagnosticare le malattie delle piante”. La reputazione del settore è stata, tuttavia, innegabilmente compromessa dalla prima generazione di piante geneticamente modificate, “quelle – ha ricordato Roversi – progettate per resistere agli erbicidi e vendute dalle stesse multinazionali produttrici insieme ai pesticidi”. “Attualmente si tratta dell’85% delle specie Ogm coltivate nel mondo – ha sottolineato Manuela Giovannetti, del Centro di nutraceutica dell’Università di Pisa – Di sicuro c’è stato un errore di strategia industriale. Non è vero, come si diceva, che gli Ogm fanno risparmiare erbicidi: dati recenti del New York Times ne evidenziano un aumento di oltre il 20%. Senza contare che il polline delle piante modificate va a finire su quelle infestanti che così, alla lunga, diventano esse stesse resistenti ai pesticidi e super-infestanti”. I danni di una strategia poco oculata in passato non dovrebbero però compromettere la possibilità della ricerca scientifica di muoversi in futuro su una strada più attenta alla sostenibilità e alla salute. A patto che, come ha puntualizzato Gullino, “si trovi un buon equilibrio fra ricerca pubblica e privata”. “L’obiettivo dovrebbe essere il matrimonio fra scienza ed etica - ha chiosato Antonio Cianciullo di Repubblica – E la biogenetica è un terreno su cui si può trovare un accordo”.

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