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L'assessore Patti: "Mensa vuol dire cibo buono per tutti". D'Ottavio: "Presto un intervento a livello nazionale"

Patti "Le mense scolastiche intervengono anche sulla tutela della salute dei piccoli, rendendo accessibile cibo buono per tutti". E ancora: "Esiste un diritto che va oltre ogni criticità, è una battaglia da fare tutti insieme per per la parità e l'uguaglianza". Infine: "Un servizio come quello delle mense, un ente pubblico come il nostro non può non continuare a offrirlo". E' una Federica Patti agguerrita quella che affronta il pubblico del panel sul pasto a scuola, che si è svolto stamattina, venerdì 24 febbraio, al Festival. L'assessore all'Istruzione del Comune di Torino è sulle prime pagine dei giornali da alcuni mesi, proprio per la questione mense. A Torino lo scorso luglio è infatti stata pronunciata la sentenza che ha dato il via libera al cosiddetto "panino da casa", cioè alla possibilità per le famiglie di dare ai propri figli un pasto preparato a casa al posto di usufruire della mensa. Una vittoria dei genitori del gruppo CaroMensa Torino, seguiti in questa battaglia dall'avvocato Giorgio Vecchione, presente in sala durante il dibattito al festival. "Le famiglie che hanno optato per l'opzione del pasto da casa - ha spiegato Patti - sono state circa il 15%. Le scuole si stanno adeguando". "Dalla scuola parte la vita futura. Lì si insegna infatti il rispetto per le diverse culture, anche alimentari", ha detto invece Paolo Biancone de Dipartimento di management dell'Università. "Inoltre", ha proseguito, "la mensa è inclusione sociale. Da qui parte l'integrazione". La foodinsider Claudia Paltrinieri ha però rincarato la dose: "Una mensa su 4 non è a norma. E i costi sono stati aumentati, diventando più onerosi per le famiglie". "La mensa funziona bene, specie in Piemonte", ha risposto Umberto D'Ottavio, Camera dei Deputati, "e soprattutto è un servizio non scontato, che troppo spesso è dato erroneamente per assodato. Le mense fanno invece parte del tempo scuola. Lì si fa insegnamento, scambio. Noi dobbiamo insistere perché questi servizi siano "servizi sociali". Non devono più essere servizi a domanda individuale, ma servizi necessari. E dobbiamo stabilire a livello nazionale, attraverso linee guida, quali devono essere gli oneri a carico delle famiglie. Dobbiamo, insomma, tornare a una mensa di qualità".

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