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Polliotto, Muse, "La ristorazione sta entrando in un mondo nuovo"

Polliotto, Muse, "La ristorazione sta entrando in un mondo nuovo"

Di una cosa è certa, dalla crisi, il mondo della ristorazione uscirà completamente rinnovato e capace di abbracciare il futuro. Digital project manager con l’agenzia Muse Comunicazione e owner del blog CnR Comunicazione nella Ristorazione, Nicoletta Polliotto durante il lockdown ha presidiato quotidianamente le problematiche del settore, fornendo ai suoi lettori informazioni, chiarimenti sui DPCM, spunti di discussione e di confronto. E ora, vede un futuro pieno di prospettive.

Come avete affrontato con il vostro blog questa pandemia e la conseguente grande difficoltà nel settore ristorativo? Avete in qualche modo modificato la vostra narrazione solita? Avete realizzato qualche iniziativa particolare per raccontare questo periodo così particolare?

«La pandemia, con la sua coda di questi giorni, ha lasciato spaesati tutti noi, trasversalmente in ogni settore di appartenenza e area geografica, ma ha colpito duro in alcune aree merceologiche, come l’accoglienza turistica e ristorativa. Anche l’arte, la cultura, l’intrattenimento. Insomma tutte quelle aree in cui la convivialità e le esperienze collettive sono al centro del business. E il food è sicuramente tra queste.

Con il nostro blog, CnR, Comunicazione nella Ristorazione, raccontiamo ai ristoratori come comunicare e relazionarsi con gli ospiti in era digitale, da più di 10 anni. Rappresentiamo pertanto il luogo ideale in cui confrontarsi e informarsi in questi momenti di vera e propria accelerazione digitale, per acquisire e migliorare competenze, strategie e idee, per raggiungere in modo più mirato i bisogni dei propri ospiti.

Da marzo 2020, la nostra reazione è stata solida e ferma: abbiamo continuato a scrivere e informare. La linea editoriale è stata confermata e il piano di pubblicazione si è orientato un po’ di più verso la presentazione di strumenti e tecniche che potessero aiutare e sostenere i ristoratori in difficoltà. Abbiamo amplificato gli argomenti riguardanti le nuove opportunità distributive (food delivery, take-away e outdoor) anche se ne parliamo dal 2014. Tra maggio e giugno 2020 abbiamo focalizzato attenzione su strumenti e pratiche per sostenere la riapertura e sulla tecnologia contactless. Da settembre abbiamo iniziato a portare molte testimonianze di progetti e imprenditori resistenti che testimoniassero il loro modo di affrontare e superare la crisi. 

Due le nostre eccellenze: un blog post in continuo aggiornamento sulle disposizioni governative e i sostegni e un altro, anch’esso costantemente aggiornato, sugli eventi, continuamente rimandati o trasposti online».

Dal vostro punto di vista, come hanno comunicato secondo voi le aziende del food e della ristorazione (aziende alimentari, ma anche chef, ristoranti etc) in questo periodo? Ci sono iniziative che vi hanno colpito particolarmente e che avete voluto mettere in evidenza?

«La comunicazione e il marketing sono divenuti subito due aspetti salienti per le imprese del nostro settore. Ma pochissimi lo hanno compreso. Abbiamo certamente notato crescita e attenzione nei confronti delle attività comunicative e della creazione di un adeguato ecosistema digitale soprattutto per i produttori food &wine e per le botteghe. Un po’ meno nel mondo della somministrazione, molto concentrato sulla lamentela e sulla difesa dei propri diritti (entrambi elementi sacrosanti) e meno sulla sperimentazione di nuovi modelli organizzativi e distributivi, sulla comunicazione per restare in contatto con i proprio ospiti e clienti, sulla formazione e sulla crescita aziendale. Ovviamente ci sono eccellenti eccezioni, cui CnR ha dato voce attraverso le interviste agli imprenditori resistenti. Ci sono esempi bellissimi, sia di comunicazione amorevole sia di strategie intriganti, sia per fare branding, sia per comunicare in modo originale e autentico non solo le proprie nuove offerte ma anche la vicinanza e la solidarietà. Vincono i brand che partecipano e che dimostrano, anche e soprattutto con i fatti, che la gente conta».

E i vostri utenti/lettori/ascoltatori come hanno reagito? Avete notato una maggior sensibilità a determinati temi legati al mondo del food? C’è stato, secondo voi, un incremento di attenzione nei confronti di questo settore?

«Digitale, social media, food delivery, take-away, Menù digitale ma anche, come dicevo, provvedimenti e opportunità di sostegno e ristoro ed eventi soprattutto phygital che favorissero incontri e confronti. Questi i temi più gettonati. Certamente abbiamo avuto un aumento di interesse nei confronti dei nostri topic. I media hanno puntato i loro riflettori su questo comparto, come non farlo».

Dopo la pandemia, e quando finalmente si potrà parlare davvero di ripartenza, come cambierà secondo voi la comunicazione in ambito food? Quali canali dovrebbero essere privilegiati e quali quelli che hanno fatto il loro tempo?

«Alla ripartenza, che sarà orientata a una nuova normalità, ci troveremo di fronte a un panorama in cui sarà impossibile prevedere un completo restart, riavviando da zero la nostra attività, come se nulla fosse successo. Quello che le aziende avranno fatto, raccontato, come avranno agito (comportamenti virtuosi oppure irriverenti e arroganti) e quanto saranno stati vicini ai bisogni degli ospiti, anche con iniziative di distribuzione dei piatti alternative e con una comunicazione umana e sincera, non verrà dimenticato. Sarà il collante con il pubblico e con la “famiglia” di foodies e interlocutori che saranno riuscite a creare. Inoltre quello che sarà fatto in questo paio di anni di crisi avrà costituito un capitale di innovazione e conoscenza, che porterà il ristorante al livello successivo: divenire finalmente un locale contemporaneo capace di abbracciare il futuro!

Dai social media non si potrà prescindere. Ma si è anche compresa la rilevanza del lavoro sulla propria identità distintiva e su spazi istituzionali quali il sito web. Penso che fiere fisiche e riviste cartacee debbano profondamente ripensarsi per non risultare vetuste e obsolete».

Avete qualche progetto futuro che ci volete anticipare legato alla vostra testata o alla vostra vita professionale?

«Grazie per questa domanda. Non ci siamo mai fermati anche se alla mia agenzia è cascato il mondo addosso, come alle imprese che seguiamo e al nostro settore. Abbiamo sviluppato progetti di formazione, DFMLab, prima in live streaming e poi on-demand e in fruizione asincrona.

Secondo me l’indigestione di webinar e di pseudo formazione cui abbiamo assistito, da un lato ha sdoganato l’utilizzo di certi strumenti per comunicare e informarsi, dall’altro ha aperto le porte a proposte talvolta discutibili sia in termini qualitativi sia ovviamente quantitativi. Alla riapertura e alla graduale ripresa necessitano strumenti di sostegno fruibili con comodità senza impattare sulle incombenze operative. Ecco quindi i nostri corsi Digital Food Marketing Base, che abbiamo lanciato sulla piattaforma di Udemy, lo strumento più usato al mondo per la formazione online. Per i vostri lettori abbiamo predisposto uno sconto nel caso si vogliano formare sulle opportunità del digitale. Basta seguire il link!  https://bit.ly/DFMLab25_Udemy  Abbiamo in progetto di proseguire con i Pensieri Balenghi video lezioni di 10 minuti che includono un tema e anche una video-recensione sullo stesso argomento, ogni mercoledì alle 11, sul mio canale youtube e non solo…

Speriamo di riprendere al più presto gli eventi anche quelli in presenza per parlarci e lavorare guardandoci negli occhi. Con questi abbiamo imparato a sorridere anche con la mascherina».

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