Il turismo enogastronomico si è dimostrato resiliente alla prova pandemica, pur nelle persistenti difficoltà. La consistenza non sembra essere stata intaccata, mostrando lievi aumenti nel numero di imprese in tutti i comparti, fatta eccezione dei birrifici, pur a fronte del calo dei fatturati. Sono alcune delle tendenze che emergono dal nuovo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano, a cura di Roberta Garibaldi Presidente dell'Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e presentato in occasione del Festival del Giornalismo Alimentare in un panel dedicato al tema del turismo enogastronomico.
"Emergono decisi segnali di ripresa dopo un biennio difficile – ha affermato Roberta Garibaldi. L'obiettivo per il prossimo futuro è generare valore economico e nuove opportunità per le destinazioni, puntando su sostenibilità, innovazione ed esperienzialità".
Anche per Michele Rumiz, Direttore di Slow Food Travel, l'esperienzialità è uno dei fattori su cui puntare maggiormente per far crescere il turismo enogastronomico nel nostro Paese. Ugualmente, diventa importante fare rete tra le varie realtà dei singoli territori per sviluppare insieme le potenzialità e diventare destinazioni gastronomiche di qualità. "La gastronomia è un asset importante per promuovere il turismo. Il cibo di un determinato territorio è molto utile per comprendere lo stato di salute della comunità" ha affermato Rumiz.
Walter Massa, della Federazione Italiana Strade del Vino nei colli tortonesi, ha raccontato l'esempio virtuoso delle Terre Derthona, che ha permesso di valorizzare prodotti enogastronomici come il formaggio Montebore e il Salame Giarolo. "Quello del tortonese è un esempio positivo di come i prodotti enogastronomici possano servire per il rilancio turistico. L'Italia è piena di valli, vallette e bricchi che hanno qualcosa da dire e da fare. Con progetti come le Strade del Vino si possono valorizzare" ha concluso Walter Massa.
