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Coronavirus, meglio mantenere unghie corte e niente anelli

Coronavirus, meglio mantenere unghie corte e niente anelli

Al tempo del Coronavirus non è permesso tenere le unghie lunghe. Non è l’effetto di un ennesimo decreto restrittivo, ma ce lo dice il buonsenso: solo con le unghie sempre pareggiate al temine dell’attaccatura (il letto ungueale) si può evitare che i virioni nascosti sotto le unghie, sopravvivano ai biocidi per mani. Quella delle unghie lunghe, rifatte, attaccate, ricostruite è un’altra delle rinunce a cui dobbiamo piegarci se vogliamo ridurre il rischio di infettare noi stessi e i nostri cari.

Lo stesso vale per gli anelli: non dovremmo indossarli, a meno che, non li sottoponiamo a specifiche e separate sanificazioni. Già, perché quando ci si lava le mani o se le disinfettiamo, gli anelli vanno sempre tolti e disinfettati a parte, altrimenti c’è sempre un impercettibile punto dove batteri e virus non sono venuti a contatto con il gel sanificante.

Per diverse categorie di persone, soprattutto per chi lavora in sanità o nella filiera alimentare, la regola delle unghie corte dovrebbe essere una costante anche fuori dalle emergenze sanitarie. Chiunque maneggia cibo o deve sanificare superfici che sono normalmente a contatto con il cibo dovrebbe fare come gli operatori sanitari, ai quali è raccomandato di mantenere le unghie sempre tagliate.

Non sempre questa buona regola viene rispettata. L’ossessione femminile per le unghie feline e la trascuratezza tipica dei maschi portano molti a non curarsi di questo punto critico della disinfezione delle mani.

Da uno studio effettuato dalla Cardiff University e dalla London’s City University pubblicato sulle pagine dell’American Journal of Infection Control è emerso come il 60% delle Infermiere britanniche vada a lavorare con le unghie lunghe o utilizzi unghie finte e smalto. Il Royal College of Nursing ha criticato la scarsa attenzione del personale sanitario per la cura delle unghie perché «unghie lunghe e con estensioni artificiali impediscono la buona igiene delle mani».

Sempre a proposito di manicure per le unghie e di difficoltà nel disinfettare accuratamente le dita parla una ricerca pubblicata sull’American Journal of Infection Control, che rivela come il gel per le estensioni renda più difficile eliminare batteri e altri microrganismi dalle unghie quando ci si lavano le mani. Analizzando oltre 700 campioni, i ricercatori hanno rilevato che, la carica batterica delle unghie con estensioni e gel come quelle lasciate lunghe aumentava nel tempo, anche lavando regolarmente le mani.

Di fronte a queste evidenze, stupisce un po’ la mancanza delle unghie tra i protagonisti della comunicazione sull’igiene che imperversa in queste settimane.
Nei tanti consigli su come lavarsi le mani in questi tempi, manca spesso l’immagine della pulizia sotto le unghie. I tutorial delle autorità sanitarie e quelli reperibili sul web ci hanno inculcato la “novità” di ricordarci di passare le dita di una mano tra le dita dell’altra per lavare anche gli spazi interdigitali che, spesso, prima rimanevamo dimenticati nella sfregatura con acqua e sapone. Diciamo che se si applica la procedura sanitaria di lavaggio mani, dove l’ultimo movimento prevede che le punte delle dita sfreghino contro il palmo della mano opposta, l’igiene è garantita. Ma in questi giorni andrebbe spiegato meglio ai profani che quel movimento serve proprio per le unghie (corte).

Ovviamente, l’uso regolare dei guanti (obbligatorio per molte manipolazioni professionali) riduce la possibilità di contatto con i virus. Ma non si possono indossare sempre i guantini, le mani devono poter respirare.

Anche nella ristorazione collettiva e nella produzione alimentare artigianale e industriale dove le regole dell’Hccp (Hazard analysis critical control point) dettano strategie di prevenzione basate sull’analisi di precisi punti di maggior rischio la regola costante è sempre l’igiene del personale addetto, compresa la sanificazione delle mani con attenzione alle unghie.

Le unghie lunghe non accumulano soltanto colonie batteriche e virus acquisite con il contatto delle dita con superfici contaminate (come sono normalmente tutte le superfici). L’epidermide è uno strato corneo che vede dalle 25 alle 30 file di cellule piatte che formano una barriera impermeabile ai batteri e ai virus, che infatti, normalmente non riescono a penetrare la pelle. Ma sotto c’è il derma dove le ghiandole secernono sudore e sebo. Questi, insieme alle cellule morte dell’epidermide (che cambiamo ogni 4-5 giorni senza accorgercene) formano una patina che è un ottimo terreno di coltura per i batteri e un ottimo nascondiglio per i virus. Per questo va rimossa con la detersione. Ed è proprio questa patina che può rimanere sotto le unghie con il suo carico di batteri e virus.

Quindi, unghie corte, almeno in queste settimane di emergenza Coronavirus.

Le mani si devono lavare con un buon detergente che stacchi bene il film lipidico e poi si deve disinfettare con una bella strofinata di disinfettante a gel a base di alcol o cloro. Oltre a frizionare i palmi e i dorsi, le dita e gli spazi tra le dita, è meglio strofinare anche i polpastrelli e, magari, tenere da parte uno spazzolino da denti nuovo che utilizziamo per questo scopo: le setole passano anche al contatto con l’attaccatura delle unghie portando il disinfettante anche in quello spazio infinitesimale ma così abitato dai nostri nemici.

 

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