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Pagani, Il Gusto: "Raccontiamo la ripartenza dell'Italia del cibo"

Pagani, Il Gusto: "Raccontiamo la ripartenza dell'Italia del cibo"

Esperta di enogastronomia con una passione per l’enoturismo, Elisabetta Pagani dopo anni alla guida di Tuttigusti, storico inserto della Stampa, continua a parlare di viaggi del cibo all’interno di “Il Gusto”, il nuovo progetto del Gruppo Gedi. Il Gusto, vuole dare voce alle piccole e grandi imprese del food e soprattutto al comparto del turismo, particolarmente colpito dalla crisi e ora pronto a ripartire.

Come avete affrontato con Il Gusto questa pandemia e la conseguente grande difficoltà nel settore ristorativo? Avete realizzato qualche iniziativa particolare per raccontare questo periodo?

«Il Gusto è nato in piena pandemia proprio per raccontare la sfida della riapertura. Dell’Italia e del settore enogastronomico. Siamo online dal 21 aprile 2021 (su www.ilgusto.it e sulle homepage di Repubblica, della Stampa e degli altri quotidiani del Gruppo Gedi) e il primo numero cartaceo è arrivato in edicola il 22 aprile con un titolo benaugurante - “Ripartiamo” - a pochi giorni dal primo via libera a bar e ristoranti».

Dal tuo punto di vista di giornalista del settore, come hanno modificato la comunicazione le aziende del food e della ristorazione (aziende alimentari, ma anche chef, ristoranti etc) in questo periodo? Ci sono iniziative che vi hanno colpito particolarmente e che avete voluto mettere in evidenza?

«Chi è riuscito a riaprire dopo l’emergenza ha dovuto adattarsi a regole in continua evoluzione. Un periodo drammatico che, come unica nota positiva, ha il fatto di aver indotto molti a inventare nuove formule: ad esempio ristoranti stellati e panetterie d’autore hanno scommesso come mai prima sulla consegna a domicilio. Con piatti o prodotti che arrivano a destinazione buoni e freschi. Stesso discorso per l’e-commerce di molte aziende. E poi, seguendo una tendenza ormai consolidata, molti hanno puntato sulla voglia di natura dei clienti».

 I vostri lettori come hanno reagito? Avete notato una maggior sensibilità a determinati temi legati al mondo del food? C’è stato, secondo voi, un incremento di attenzione nei confronti di questo settore?

«C’è una sempre maggiore attenzione nei confronti del prodotto. Della sua origine, della sostenibilità della filiera, della sensibilità o meno delle imprese nei confronti degli animali. Prodotti e ristoranti vegani e vegetariani non sono più considerati di nicchia.  E poi l’amore per l’enogastronomia si è manifestato con forza con le prime riaperture: i ristoranti sono stati spesso presi d’assalto e i dati mostrano come il turismo enogastronomico sia un motore fondamentale della ripartenza».

Dopo la pandemia, e quando finalmente si potrà parlare davvero di ripartenza, come cambierà secondo voi la comunicazione in ambito food? Quali canali dovrebbero essere privilegiati e quali secondo lei hanno fatto il loro tempo?

«Penso che debbano convivere più canali e che si debba fornire informazione su tutti i mezzi che chiunque di noi usa abitualmente: carta, podcast, video, newsletter, social».

Hai in cantiere qualche progetto futuro legato a Il Gusto o più in generale alla tua vita professionale?

«Nella squadra del Gusto io mi occupo principalmente di viaggi, di tutto ciò che ci porta alla scoperta del mondo attraverso i suoi sapori. Progetti ne abbiamo tanti. Spero che la situazione sanitaria permetta a tutti di ripartire al 100% (il turismo, che rappresenta il 13% del Pil italiano, è stato massacrato dalla crisi) e quindi di riprendere a viaggiare perché è il cuore (meraviglioso) del nostro lavoro».

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