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PNRR: PRIORITA' E SFIDE

PNRR: PRIORITA' E SFIDE

Competitività dei contratti di filiera del settore agricolo e della pesca; investimenti nella infrastrutture logistiche per lo sviluppo del potenziale esportativo delle piccole e medie imprese; meccanizzazione del settore primario; incremento di energia prodotta da fonti rinnovabili e prevenzione del dissesto idrogeologico: questi i nodi da risolvere e le principali linee di intervento previste in ambito agroalimentare dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che va affrontato indubbiamente in un’ottica strategica, in parte tesa a recuperare il gap rispetto ad altri Paesi europei in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale e in parte finalizzata a rendere l’Italia resiliente di fronte a crisi future. 

A fare il punto sulle urgenze e le priorità sono intervenuti alla prima giornata del Festival del Giornalismo Alimentare: Filippo Gallinella, Presidente Commissione agricoltura della Camera dei Deputati; Mino Taricco, Commissione agricoltura del Senato – PD; Pasquale Maglione Commissione agricoltura Camera dei Deputati - M5S; Guglielmo Golinelli Commissione agricoltura Camera dei Deputati – Lega.

Filippo Gallinella Presidente Commissione agricoltura della Camera ha dichiarato che: “Il fattore tempo è essenziale. Il PNRR ha infatti due vincoli: impegnare il 70% delle risorse entro la fine del 2022 e tutte per il 2023. Una vera sfida. Per questo ci siamo già attivati per chiudere i bandi entro il 2022 e il 2023. Due i nodi cruciali: la digitalizzazione delle aziende agricole e la conquista di una maggiore indipendenza energetica. È fondamentale rendere i costi di trasporto del cibo più accettabili. Importante sarà anche investire nei progetti di ricerca in grado di sostenere questa transizione”.

Guglielmo Golinelli, Commissione agricoltura Camera dei Deputati – Lega ha proseguito:“All’interno del PNRR è difficile stabilire una scala di importanza, ma sicuramente è prioritario il tema delle infrastrutture che sono fondamentali per movimentare i beni, in particolare quelli deperibili come frutta e verdura. Un modello europeo a cui guardare? La Spagna. Un’attenzione analoga va riservata, poi, allo stoccaggio di acqua per poter rendere produttive anche le aree rurali più critiche in cui scarseggiano le risorse idriche. Non dimentichiamo infine la necessità di incrementare l’accesso alle energie da fonti green, così da rendere davvero competitive le nostre aziende agricole. Non va poi dimenticato anche il processo di miglioramento del parco macchine indispensabile per sfruttare le potenzialità all’agricoltura 4.0 e per lo sviluppo della blockchain, indispensabile quest’ultima per valorizzare al meglio le nostre denominazioni di origine e i disciplinari”.

Pasquale Maglione, Commissione agricoltura Camera dei Deputati - M5S ha ricordato che: “Una delle aree di intervento su cui è fondamentale intervenire è quella della cosiddetta “agricoltura eroica” che ancora contraddistingue parte del nostro territorio e nella quale si identificano numerose nostre eccellenze agroalimentari. Il PNRR dovrà intercettare e intervenire in queste aree e traghettarle verso la transizione digitale, idrica ed energetica senza snaturarne la tipicità. Infrastrutture idriche ed energetiche, ma anche digitalizzazione per poter sviluppare il potenziale dell’agricoltura 4.0, saranno infatti indispensabili per andare verso un’agricoltura sostenibile e al tempo stesso competitiva anche in queste aree per tradizione “difficili”. A trarne beneficio non sarà solo il sistema Italia, ma anche il consumatore finale che guadagnerà sul prodotto in termini di qualità e sostenibilità”.

Mino Taricco, Commissione agricoltura del Senato – PD ha concluso che: “Il PNRR ha una serie di obiettivi generali ampi, ma in sostanza guiderà due transizioni: quella ecologica e quella infrastrutturale.  Non dimentichiamo, poi, il suo nesso fondamentale con il PAC: PNRR e PAC, infatti, dovranno operare in sinergia per assicurare finanziamenti e investimenti adeguati al settore. Solo con i fondi per logistica e innovazione agromeccanica, per infrastrutture energetiche e idriche, il Paese sarà in condizione di competere. Una transizione che si tradurrà in un evidente beneficio anche per il consumatore finale che avrà garantiti prodotti made in Italy più sicuri e di qualità, più sostenibili dal punto di vista sociale, ambientale ed economico”.

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