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#Ripartiamoinsieme, Inalpi spinge sulla promozione e assume personale

#Ripartiamoinsieme, Inalpi spinge sulla promozione e assume personale

Ambrogio Invernizzi, presidente di Inalpi Spa, spiega come una tra le più importanti aziende italiane di trasformazione di prodotti lattiero caseari sta affrontando questa emergenza. Un’azienda che ha addirittura effettuato nuove assunzioni per riuscire a rendere compatibili un aumento delle vendite con le esigenze di distanziamento dei lavoratori.

Con quali idee scelte state provando ad affrontare organizzazione interna?

«La nostra organizzazione aziendale è stata immediatamente allineata alle indicazioni di legge, fin dall’inizio di questa emergenza. Siamo tempestivamente intervenuti attuando tutte le procedure necessarie alla messa in sicurezza dei nostri stabilimenti e di tutte le persone che vi operano.  Un processo che, pur richiedendo minime variazioni grazie agli elevati standard di sicurezza già messi normalmente in essere da Inalpi, ha consentito di garantire i lavoratori e la produzione. Abbiamo quindi attivato lo smart working per i dipendenti che operano all’interno dell’area uffici e sono state effettuate le operazioni di sanificazione necessarie, predisposti i dispositivi di protezione individuale e riprogrammati i turni di lavoro in modo da consentire a tutti i lavoratori, che operano nell’area produttiva, di godere di tempi di riposo consoni al momento. E per garantire il pieno rispetto degli orari sono inoltre state effettuate nuove assunzioni che hanno consentito l’aumento della capacità produttiva in risposta a un incremento della richiesta del mercato. Inalpi ha infatti registrato una complessiva crescita delle vendite sia di prodotti a marchio che di quelli di private label.

Avete diminuito le attività di promozione e comunicazione?

«Al contrario, le abbiamo incrementate. In termini di comunicazione, molte sono le iniziative che abbiamo messo in campo e certamente tra le più rilevanti c’è la nascita di un nuovo progetto, che segna tra l’altro il debutto di Inalpi nelle campagne media nazionali. A partire dal 26 aprile, e fino al 16 maggio, e per la prima volta nella storia dell’azienda, saremo presenti con un nostro messaggio sui canali Rai, Mediaset, Sky, La7 e Discovery.  Una scelta non banale, soprattutto in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo, nel quale l’incertezza per il domani è un sentimento fortemente percepito.  Il nostro intento è quello di raccontare, proprio in questo momento, gli ultimi 10 anni di attività, anni che sono stati connotati dalla nascita e crescita della filiera corta e certificata del latte 100% piemontese, un modello unico che riscontra l’approvazione del mondo agricolo, dei consumatori e dei principali player di mercato. Una campagna media che vuole anche sottolineare un concetto fondamentale, in questo momento storico, riassumibile con l’hashtag #MangiaItaliano, già promosso e soggetto della campagna Coldiretti a sostegno del Made in Italy a tavola. Il momento, la scelta del messaggio e le immagini avranno un solo obiettivo, raccontare la fierezza di appartenere ad una terra libera, il nostro Piemonte, e l’orgoglio di essere parte attiva di un ingranaggio più grande e complesso, ma di grande valore, come la nostra Italia. Questo è il momento per raccontare e far conoscere storie di eccellenza e coraggio, perché è da qui che si può ripartire».

Secondo lei che cosa deve aver insegnato al Paese questa emergenza? Quali opportunità sta facendo emergere?

«Credo che qualcosa di veramente importante possa nascere da questo momento così unico, difficile e sicuramente imprevisto. Ritengo che questo lungo periodo di emergenza debba risvegliare in ognuno di noi l’attenzione e l’orgoglio per la propria terra. Come Inalpi abbiamo reso disponibili da subito tutte le nostre risorse per supportare il comparto lattiero caseario della nostra regione, attraverso la raccolta delle eccedenze di latte che, in caso non si fosse trovata una soluzione, sarebbero andate distrutte, producendo inoltre un danno ragguardevole a ogni singolo agricoltore. Così come ci siamo smessi a disposizione del mercato, incrementando e rimodulando la nostra capacità produttiva, per dare seguito e risposta a una crescente richiesta di prodotto, ritenendo fondamentale assicurare, per quanto è nelle nostre possibilità, il rifornimento continuo e regolare degli scaffali. In questo momento storico, ritengo sia importante che un messaggio venga messo in evidenza: impariamo a valorizzare i nostri prodotti, il made in Italy nel settore food è probabilmente unico al mondo e da questa emergenza dobbiamo uscirne ancora più convinti e soprattutto consapevoli che se ogni giorno porteremo sulle nostre tavole cibo italiano, saremo garantiti dagli elevati standard qualitativi e aiuteremo agricoltori e imprenditori della nostra terra a ripartire e poi in seguito a crescere. È necessario imparare, dobbiamo tutti insieme “educarci” a questo concetto e farlo diventare uno stile di vita che sia in grado di perdurare anche dopo questo periodo di emergenza». 

Di quali aiuti o interventi strutturali ha più bisogno il vostro settore per una vera ripartenza stabile?

«La tanto invocata sburocratizzazione e semplificazione delle pratiche amministrative, per quanto continuamente richiesta, non ha ancora dato segni evidenti di miglioramento. Come imprenditori ci siamo trovati spesso a dover fare i conti con questo tipo di realtà che in taluni casi ha messo anche a rischio la possibilità di realizzare progetti che portano beneficio e supporto, oltre che lavoro, a un intero territorio. Certamente un sistema più snello consentirebbe a imprenditori e aziende una ripartenza, soprattutto in questo momento storico, più rapida per poter nuovamente incominciare a crescere tutti insieme. Un secondo passaggio che sarebbe di supporto è quello che riguarda la finanza: un maggiore supporto verso chi innova, chi si impegna a far crescere la propria realtà, potrebbe essere un ottimo incentivo per avviare in modo consistente quel cammino di innovazione che tanto aiuterebbe la nostra economia e le nostre aziende anche in termini di competitività. E infine, un intervento fondamentale per il nostro settore, per incrementare e favorire l’export dei prodotti italiani, sarebbe rappresentato dalla creazione

di nuovi accordi bilaterali con gli stati extra Ue, in tema di riconoscimento delle certificazioni in ambito sanitario soprattutto per quanto riguarda il settore alimentare.
Le aziende italiane riscontrano infatti, una continua richiesta, da parte di molti Paesi nel mondo, di certificazioni specifiche, che differiscono spesso di poco rispetto a quelle di cui disponiamo noi in Italia, ma che rendono complicato l’ingresso in nuovi mercati. Un meccanismo estremamente burocratizzato, che non riconosce in modo biunivoco le certificazioni europee e che costringe le aziende a esborsi considerevoli per sostenere i costi relativi all’ottenimento delle attestazioni. Una procedura che mette in forte difficoltà soprattutto la piccola e media industria. È quindi necessaria la creazione di accordi bilaterali che consentano il riconoscimento delle certificazioni nel mondo e che seguano una logica legata a standard riconosciuti».

Come pensate di affrontare voi la ripartenza e quali idee innovative pensate di mettere in campo?

«Come detto, abbiamo messo in campo numerose iniziative che certamente non si fermeranno a questo periodo. Oltre alla campagna media, abbiamo infatti lanciato il progetto e-commerce, accessibile dal sito www.inalpi.it, con il quale vogliamo creare un filo diretto con i nostri consumatori. Uno strumento sul quale abbiamo lavorato per poter proporre tutta la gamma dei prodotti a marchio Inalpi affiancati da quelli dell’AtelieReale, l’atelier di panificazione dell’Antica Corona Reale dello chef due stelle Michelin, Gian Piero Vivalda. L’idea è quindi creare un luogo, nell’immenso spazio del web, nel quale ritrovare eccellenze di un territorio ricco come quello sul quale operiamo quotidianamente e poterle promuovere sia nella nostra regione che su tutto il territorio nazionale.
Inalpi ha, inoltre, progetti importanti per poter dare seguito alle richieste del mercato che ci individua sempre più come partner affidabile. Per questa ragione abbiamo avviato un piano di investimenti per la costruzione della seconda torre di sprayatura, per quella di un caseificio a tecnologia avanzata e per la realizzazione di un innovativo progetto di ultrafiltrazione. Passaggi importanti che abbiamo pianificato e attraverso i quali Inalpi avrà la possibilità di fare la propria parte, di contribuire alla ripartenza della nostra Regione e del nostro Paese, secondo quella tradizione che ci vede sempre impegnati e sempre presenti nei momenti più critici».

 

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