Jelena Bosnjakovic classe 1994, nel gruppo del Festival si occupa di gestione del canale Instagram. Proveniente da una famiglia di cultura mista italiana e balcanica, fin da piccola, fa tesoro della propria interculturalitá.
Nel 2018 conclude il suo ciclo di studi con una laurea magistrale in Comunicazione, ICT e Media, attraverso cui fa esperienza di un soggiorno di ricerca in Ghana, che la fa entrare in contatto con i lavoratori della discarica abusiva di rifiuti tecnologici più grande dell'Africa, e con alcuni volontari di una ONG locale.
«Attualmente lavoro a Torino e collaboro con agenzie di comunicazione, digital content marketing e organizzare eventi. Sono specializzata in storytelling, social strategies, copywriting, e lavoro molto spesso in lingua inglese. Ho particolarmente a cuore la sostenibilità ambientale, la cultura e l'impatto sociale. È proprio su queste tematiche che, secondo me, deve puntare la comunicazione delle aziende e degli enti pubblici in questo periodo di svolte epocali. È il momento di puntare a promuovere una società più sostenibile, armonica ed equa attraverso il supporto di una governance territoriale attenta e intraprendente. Per questo, un comunicatore social deve stimolare le aziende a intraprendere questa strada ad iniziare da una comunicazione che punti proprio sugli aspetti di sostenibilità ambientale e sociale».
Come hai affrontato questa crisi?
«Il lockdown non ha avuto ripercussioni rilevanti sul mio lavoro, che ho continuato, con regolarità, da casa. La mia speranza è che questa esperienza possa far scaturire nelle persone una presa di coscienza sui ritmi forsennati a cui eravamo abituati, e un desiderio di godersi la vita con più calma, cura e solidarietà verso il prossimo».
Per Jelena la pandemia ha fatto crescere nelle persone la consapevolezza delle potenzialità del social.
«Questo periodo di distanziamento sociale ha reso molto più consapevoli le persone sulle potenzialità dei social media, che - almeno momentaneamente - stanno sostituendo le piazze, i palazzetti, i club, teatri, le aule di scuola, i musei, e addirittura gli aerei. Nuovi linguaggi prima impensabili stanno prendendo forma, ad esempio il teatro in streaming, altri che esistevano già stanno aumentando la loro popolarità, si pensi ai webinar.
Non penso che i social media possano sostituire lo spazio e l'incontro fisico con le persone, ma, certamente, a fine emergenza, useremo questo mezzo molto più frequentemente di quanto lo facessimo prima, non solo per vedere cosa fanno gli amici, ma anche per usufruire di esperienze interattive e altamente coinvolgenti».
