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IL 98% DEI RISTORATORI NON HA MOLLATO NONOSTANTE TUTTO

IL 98% DEI RISTORATORI NON HA MOLLATO NONOSTANTE TUTTO

Fondamentale è stato fare rete e operare sinergicamente con i colleghi durante l’emergenza Covid. Sono i primi risultati - anticipati in anteprima al Festival del Giornalismo alimentare -  di uno studio ideato e promosso da Ambasciatori del Gusto insieme all’Ordine degli Psicologi del Lazio. L’indagine ha affrontato per la prima volta lo stress lavorativo nel mondo Horeca

L’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto ha scelto il palco del Festival Internazionale del Giornalismo Alimentare per presentare in anteprima i primi risultati del progetto “La Psicologia a sostegno della ristorazione” ideato e promosso insieme all’Ordine degli Psicologi del Lazio e realizzato grazie ai fondi “50 Best for Recovery” ricevuti dall’Associazione, unica realtà italiana ad essere stata selezionata, nel giugno 2020.

 Se è vero che la ristorazione è caratterizzata da uno dei più accesi stress lavorativi e che dell’emergenza Covid ha subito le conseguenze più drammatiche, lo studio condotto finora ha evidenziato che il ristoratore, inteso come imprenditore tout-court che ha sulle proprie spalle la responsabilità e la gestione non solo della cucina ma anche della propria azienda (amministrazione, personale, marketing), si dimostra un soggetto capace di fronteggiare la tempesta, adattandosi, reagendo e rispondendo.

Solo il 2% degli intervistati, infatti, ha pensato di gettare la spugna mentre il restante 98% intende continuare la propria attività magari apportando qualche modifica (il 62% ne modificherà l’organizzazione e il 52% l’offerta). 

Il 72% degli intervistati, inoltre, ha scelto di reagire all’emergenza investendo il proprio tempo nell’aggiornamento professionale il 60% si è dedicato alla ricerca di informazioni utili per la propria attività.

Non solo. Il ristoratore conferma, anche nel momento più complesso, la totale dedizione alla propria attività imprenditoriale: oltre l’80% ha pensato ad alternative possibili e congrue a mantenere in vita l’azienda. E nel farlo si è confrontato con i colleghi (oltre il 78%) ribadendo quanto sia importante, e ormai imprescindibile, il fare rete insieme. 

Analizzando l’impatto fisico e psicologico dell’emergenza Covid, è risultato che le manifestazioni fisiche più diffuse e condivise riguardano i disturbi del sonno, incrementati di oltre il 54% durante i mesi di emergenza. Quelle psicologiche invece si focalizzano sulla percezione di uno stato d’ansia (41%), di una sensazione di tristezza(39%) e di un generico isolamento sociale (35%): tre condizioni che però vengono individuate come “stabili” e pertanto non strettamente legate alla pandemia, da oltre il 30% degli intervistati. 

Lo studio-analisi sarà presto a disposizione di tutto il comparto della ristorazione come ha spiegato al pubblico del Festival del Giornalismo Alimentare la Presidente dell’Associazione, Cristina Bowerman: “In Italia non si parla mai dello stress lavorativo a cui tutta la nostra categoria è sottoposta. Eppure, si tratta di un fenomeno drammaticamente diffuso e condiviso. Con questo progetto, e con il testo che presenteremo entro la fine dell’anno, vogliamo catalizzare l’attenzione pubblica sull’argomento fornendo un primo strumento d’analisi che speriamo sia un aiuto concreto per tutti i lavoratori”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Analizzando l’impatto fisico e psicologico dell’emergenza Covid, è risultato che le manifestazioni fisiche più diffuse e condivise riguardano i disturbi del sonno, incrementati di oltre il 54% durante i mesi di emergenza. Quelle psicologiche invece si focalizzano sulla percezione di uno stato d’ansia (41%), di una sensazione di tristezza(39%) e di un generico isolamento sociale (35%): tre condizioni che però vengono individuate come “stabili” e pertanto non strettamente legate alla pandemia, da oltre il 30% degli intervistati.

 

Lo studio-analisi sarà presto a disposizione di tutto il comparto della ristorazione come ha spiegato al pubblico del Festival del Giornalismo Alimentare la Presidente dell’Associazione, Cristina Bowerman: “In Italia non si parla mai dello stress lavorativo a cui tutta la nostra categoria è sottoposta. Eppure, si tratta di un fenomeno drammaticamente diffuso e condiviso. Con questo progetto, e con il testo che presenteremo entro la fine dell’anno, vogliamo catalizzare l’attenzione pubblica sull’argomento fornendo un primo strumento d’analisi che speriamo sia un aiuto concreto per tutti i lavoratori”.

 

 

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