itenfr
  • Home
  • News
  • Garuti, Giornale del cibo, "La gente non vuole leggere solo di Covid"

Garuti, Giornale del cibo, "La gente non vuole leggere solo di Covid"

Garuti, Giornale del cibo, "La gente non vuole leggere solo di Covid"

Matteo Garuti, collaboratore de Il Giornale del Cibo, è giornalista alimentare, sommelier e assaggiatore di olio di oliva. Racconta la sua passione per il cibo anche nel suo blog www.matteogaruti.com .

Secondo Matteo, in questi mesi, chi si è rivolto alla comunicazione alimentare si è fatto guidare soprattutto dalla voglia di evadere da un'informazione dominata dalle notizie sulla pandemia. La ricerca si è focalizzata molto sulle ricette anche se l'approfondimento sui temi occupazionali, economici e sociali legati alla ristorazione ha conservato un suo bacino di lettori.

Come avete affrontato con la vostra testata questa pandemia e la conseguente grande difficoltà nel settore ristorativo? Avete in qualche modo modificato la vostra narrazione solita? Avete realizzato qualche iniziativa particolare per raccontare questo periodo così particolare?

«La nostra agenda è sicuramente cambiata, e ben presto ci siamo accorti che l'attenzione dei lettori si stava concentrando sempre più sulla pandemia e sui temi a essa legati, ma col passare del tempo emergeva anche la voglia di uscire dal monopolio mediatico dettato dal Covid-19.

Con la prima ondata ci siamo occupati soprattutto delle ripercussioni sulla ristorazione a causa delle chiusure forzate, realizzando una serie di interviste che hanno coinvolto sia gli esercenti sia le associazioni di riferimento della produzione alimentare. Parallelamente, abbiamo dato più spazio alle ricette, considerando che durante il lockdown il tempo dedicato alla cucina è aumentato notevolmente, ma anche che questa scelta avrebbe contribuito ad alleggerire la tensione, con argomenti più soft.

Con il passare dei mesi, e soprattutto con la seconda ondata, abbiamo approfondito maggiormente le possibili soluzioni per favorire la ripresa della ristorazione, cercando di offrire, per quanto possibile, una visione propositiva ai lettori. Anche in questo caso siamo ricorsi alle interviste, per raccogliere direttamente le impressioni e le idee di chi opera nel settore».

Dal vostro punto di vista, come hanno comunicato secondo voi le aziende del food e della ristorazione (aziende alimentari, ma anche chef, ristoranti etc) in questo periodo?

«Nel complesso le aziende hanno fatto quello che potevano, considerando che si sono trovate ad affrontare una situazione senza precedenti, resa ancor più complicata dall'alternarsi di aperture e chiusure. Nel quadro delle iniziative realizzate, ci siamo ad esempio occupati di esperimenti ben riusciti nel campo del delivery e dell'e-commerce».

E i vostri lettori come hanno reagito? Avete notato una maggior sensibilità a determinati temi legati al mondo del food? C’è stato, secondo voi, un incremento di attenzione nei confronti di questo settore?

«Durante il primo lockdown, caratterizzato da un notevole ritorno in cucina e ai fornelli, è sicuramente aumentato l'interesse per le ricette. A mio avviso, chi in questi mesi si è rivolto alla comunicazione alimentare si è fatto guidare soprattutto dalla voglia di evadere da un'informazione dominata dalla pandemia, anche se l'approfondimento sui temi occupazionali, economici e sociali legati alla ristorazione ha conservato un suo bacino di lettori».

Dopo la pandemia, e quando finalmente si potrà parlare davvero di ripartenza, come cambierà secondo voi la comunicazione in ambito food? Quali canali dovrebbero essere privilegiati e quali quelli che hanno fatto il loro tempo?

«Non credo che la fruizione della comunicazione alimentare cambierà sensibilmente a pandemia superata, ma forse anche dopo l'era Covid l'abitudine alla visione di video e videointerviste svolte online favorirà il mantenimento di queste modalità, il cui gradimento è cresciuto nei mesi scorsi».

Avete qualche progetto futuro che ci volete anticipare legato alla vostra testata o alla vostra vita professionale?

«La nostra testata purtroppo ha subito un ridimensionamento a seguito della pandemia, quindi la speranza è che in un futuro non troppo lontano ci sia la possibilità di ritornare alla situazione precedente.

Riguardo alle mie attività professionali, questo lungo periodo di confinamento ha senz'altro offerto la possibilità di riflettere e di pensare a nuovi progetti, e non solo in chiave food. Rimanendo nell'ambito dell'agroalimentare, mi piacerebbe continuare a formarmi e ad accrescere le mie conoscenze, come ho fatto da quando mi sono affacciato a questo mondo, seguendo corsi professionali specifici. Nel mio caso, però, anche per necessità, il giornalismo alimentare non è l'unico lavoro svolto e per me l'interdisciplinarità è sempre stata una vocazione, oltre che una passione».

LOCATION

Centro Congressi Lingotto
Via Nizza 280 - 10126 TORINO

REDAZIONE

Tel. +39.334.7622059
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.