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Elena Di Bella e la Città Metropolitana: «La democrazia del cibo passa da qui».

«Le politiche alimentari sono governate dalle città, come la Torino metropolitana. Nel 2030, il 70% della popolazione vivrà in agglomerati di almeno 300 mila abitanti. Le scelte vere, quelle che trasformano, sia sul fronte del consumo che della produzione, le faranno le città. Sono il cuore della democrazia: i cittadini possono esprimere il loro consenso, le loro idee e c’è un rapporto diretto con i politici». È l’opinione di Elena Di Bella, dirigente del Servizio Sviluppo montano, rurale e valorizzazione produzioni tipiche, che sta seguendo il processo di creazione dell’Agenda del Cibo e che parteciperà al Festival del Giornalismo Alimentare.

«Se pensiamo in scala metropolitana, a Torino abbiamo tutto: la nostra è una città di medie dimensioni con un’immediata vicinanza con territori che producono. Una cosa piuttosto rara».

Da questa consapevolezza è nata l’idea di creare un documento sull’alimentazione gestito a livello metropolitano. Nel 2015 si sono svolti diversi incontri con oltre 150 operatori. Il risultato è stato un programma che prevede otto punti fondamentali: l’educazione e la formazione, l’informazione e la conoscenza, la distribuzione e la creazione di piattaforme logistiche, il public procurement, la semplificazione burocratica, i premi e gli incentivi alle aziende, la pianificazione territoriale e la creazione di nuove governance alimentari.

“Grazie alla collaborazione di tutti gli attori coinvolti, abbiamo creato un documento intermedio, nel quale abbiamo raccolto i punti da approfondire e su cui intervenire, ma anche le preoccupazioni e i macro obiettivi».

Per il 2016 l’obiettivo dell’Agenda del Cibo sarà quello di lavorare sulla creazione di un consiglio pubblico che coinvolga diversi soggetti del territorio, per discutere delle tematiche e degli interventi legati all’alimentazione e aumentare i momenti didattici: “Dovremo cercare fondi attraverso progetti europei. Un'altra priorità sarà quella di concentrarci sulla piccola distribuzione e ristorazione, per migliorare l’attenzione alla spesa quotidiana e a ciò che consumiamo a pranzo, magari di corsa e senza porci le giuste domande sulla qualità dei prodotti».

Il Festival del Giornalismo Alimentare sarà l’occasione per confrontarsi su come comunicare le questioni alimentari, tra potenzialità e sviluppi: «Questo evento deve creare un’alleanza tra un grande gruppo di attori fondamentali, a cominciare dai media, che devono avere le informazioni giuste per dare una notizia e accreditare un lavoro. I comunicatori devono essere dei partner veri con cui co-progettare. L’Agenda del Cibo ci ha insegnato che possiamo lavorare tutti in rete».

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