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L'olio di oliva, patrimonio italiano "difficile da spiegare all'estero"

olio oliva Non un condimento, ma un vero e proprio alimento. L'olio di oliva rappresenta un patrimonio dell'agricoltura italiana, ma raccontarlo, anche all'estero, è tutt'altro che facile. Se ne è parlato oggi al Festival del Giornalismo Alimentare. "Il consumatore deve essere messo nelle condizioni di essere informato - ha spiegato Anna Rufolo, responsabile settore olio della Cia, Confederazione degli agricoltori italiani - deve poter scegliere cosa acquistare, perché le varietà in commercio sono tantissime. Fondamentale è capire l'origine". Secondo Rufolo, "si può veicolare meglio il prodotto se si sa cosa c'è dietro, tutto deve essere indicato in etichetta, dal produttore all'origine geografica. Importanti le differenze tra i vari tipi, perché le differenze sono la ricchezza della nostra agricoltura". Il settore olio in Italia conta 800mila aziende su un milione di ettari, molte le imprese di piccole dimensioni. I frantoi sono 4.900 su tutto il territorio nazionale, mentre le imprese industriali sono 220. Per Paulius Jurkevicius, giornalista dell'Associazione della stampa estera in Italia "spiegare l'olio all'estero è molto difficile. La notizia oggi è gratuita, veloce, accessibile a tutti, ma il giornalismo alimentare può essere buono o cattivo. Un giornalista che spiega l'olio soprattutto nel Nord Europa deve fare i conti con molti pregiudizi, a partire dal fatto che si tratta di un alimento che non fa parte della storia di questi Paesi. Poi c'è il problema sensoriale, il gusto amaro dell'extravergine d'oliva non è molto amato, e c'è il problema del costo. Inoltre, all'estero non è percepito il fatto che l'olio faccia bene alla salute. La comunicazione viene spesso taroccata, spesso l'olio d'oliva viene trattato come uno dei tanti oli, non si parla mai delle proprietà antiossidanti e polifenoli". Sull'olio d'oliva, ha spiegato Antonio Vittorino Gaddi, cardiologo nutrizionista, esistono quasi 800 pubblicazioni scientifiche. "L'olio d'oliva extravergine ad alto tenore di polifenoli - ha spiegato - ha azione antiossidante e protettiva, che agisce favorevolmente su alcuni fattori di rischio. Ma quello che conta è l'intera dieta, che deve comprendere i due acidi grassi essenziali senza togliere del tutto i grassi saturi. Bisogna stare con i piedi per terra, la corretta alimentazione è una cosa seria, le diete agiscono nell'arco di una vita, non nel giro di un mese. Nessun alimento agisce a breve termine, spesso le osservazioni che si fanno sono errate".

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