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Oxfam: "Serve più trasparenza nei confronti dei consumatori"

Oxfam: "Serve più trasparenza nei confronti dei consumatori"

«Non ho nessuna possibilità di discutere il prezzo della mia frutta. E l'anno scorso non ho neanche portato a casa i costi di produzione delle pesche». A raccontarlo è stato un frutticultore cuneese che in un video messaggio (anonimo) al Festival del Giornalismo Alimentare ha raccontato le criticità e le incertezze dei pagamenti, che a lui arrivano sempre 6/8 mesi dopo. «La competizione con altri produttori deve essere leale - ha aggiunto - e con le stesse regole. A cominciare da quelle dei Paesi in via di sviluppo». Il suo è stato uno degli interventi nel panel «Il contrasto alle pratiche sleali nel cibo», ospitato il 21 febbraio al Festival del Giornalismo Alimentare. Tra i relatori anche Dino Massignani, direttore responsabile di «Riserva San Massimo». Loro producono l’autentico Riso Carnaroli ma «attualmente la quotazione del Carnaroli è di 37 euro al quintale». Un prezzo davvero troppo basso per chi lo produce, che si porta dietro diverse conseguenze. Tra gli altri relatori è intervenuta Giorgia Ceccarelli di Oxfam Italia (una confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale) che ha parlato della lotta al caporalato mettendo a fuoco l'importanza del lavoro che c'è dietro ad ogni prodotto alimentare.

Ceccarelli ha dialogato con il pubblico sulla sempre più necessaria legge per limitare il sottocosto e le aste al doppio ribasso, e sulla necessità di avviare da subito un processo di consultazione molto ampia per recepire la direttiva europea contro le pratiche commerciali sleali. Ultimo punto che ha evidenziato: «serve più trasparenza nei confronti dei consumatori - ha detto -: nella nostra campagna "Al giusto prezzo" abbiamo coinvolto spesso i nostri consumatori, e in base a un ultimo sondaggio abbiamo scoperto che 3 consumatori su 4 sono disposti a comprare prodotti senza sfruttamento dei lavoratori indipendentemente dal loro prezzo, ma 8 su 10 dichiarano di non avere nessuna capacità di esercitare la propria scelta consapevole. Il 94% considera importante poter sapere almeno per i prodotti agricoli del Made in Italy qual è il prezzo che viene dato al comparto agricolo».

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